\paperw8895 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 Storicamente, lÆindustrializzazione ha rappresentato, per i paesi in cui si Φ affermata, il passaggio decisivo per la crescita d
el reddito e degli standard di vita della collettivitα; tale sviluppo si Φ infatti accompagnato a mutamenti nella struttura della domanda dei consumi, seguendo in ci≥ le leggi di Engel: riduzione della quota di domanda per beni di prima necessitα e cresc
ita esponenziale di quella per i manufatti industriali e i beni di investimento (indispensabili per accrescere le capacitα produttive del sistema).\par
╚ da osservare che, a partire dalla \b \cf4 \ATXht13261 rivoluzione industriale\b0 \cf0 \ATXht0 , lÆi
ndustrializzazione si Φ diffusa nel mondo con forme e intensitα ineguali, per una serie di circostanze geografiche (diversa distribuzione di risorse naturali e umane), storico-politiche (particolare configurazione dei rapporti economici tra paesi industr
ializzati e non, a partire dal colonialismo e dallÆimperialismo) e tecnologiche (complicarsi dei meccanismi necessari a innescare processi di industrializzazione). La valutazione del \i grado di industrializzazione\i0 per ciascuno stato viene effettuata
mediante appositi coefficienti, nei quali si combinano gli indici dellÆoccupazione e del valore aggiunto industriale pro capite.\par
Ancora oggi, nel gruppo di paesi a elevato grado di industrializzazione rientrano quelli con sistemi industriali a pi∙
antico impianto (o comunque notevolmente diversificatisi e sviluppatisi a partire dal secondo dopoguerra): Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti dÆAmerica, Russia, Giappone, Italia, Canada. Seguono, quindi, gli altri paesi dellÆEuropa occidentale e
alcuni dellÆEuropa orientale (Ungheria e repubblica ceca). Considerata nel suo apporto al valore aggiunto mondiale, lÆindustrializzazione, dunque, appare come fenomeno decisamente concentrato in queste ristrette aree.